Violenza di genere: quando i numeri raccontano storie diverse

Violenza di genere: quando i numeri raccontano storie diverse

Il tema della violenza contro le donne è al centro di un acceso dibattito, dove la necessità di tutelare le vittime si scontra con un interrogativo sempre più pressante: le accuse corrispondono sempre alla realtà dei fatti? Se da un lato i dati sui numeri di donne che si rivolgono ai Centri Antiviolenza (CAV) restituiscono l’immagine di un fenomeno drammaticamente diffuso – 26.000 solo nel 2022 – dall’altro, un’analisi più approfondita rivela un’incongruenza che merita attenzione.

Voci autorevoli del mondo giudiziario, tra cui giudici e avvocati, affermano che l’80% delle denunce di violenza domestica, soprattutto in contesti di separazione conflittuale, si rivelerebbe strumentale, di quelle 26000 indicate dai CAV, circa 10.000 avrebbe sporto una querela. Un dato che getta un’ombra inquietante sul sistema, evidenziando un possibile cortocircuito tra la reale portata del fenomeno e il suo sfruttamento a fini personali da più fronti.

A fronte di 26.000 donne che ogni anno beneficiano di misure di sostegno e protezione, si contano circa 7.000 condanne per reati riconducibili alla violenza di genere. Una forbice che non può essere ignorata e che solleva seri dubbi sull’effettiva veridicità di una parte consistente delle denunce.

L’accusa di strumentalizzazione, lungi dall’essere una banale speculazione, trova riscontro nelle aule di tribunale, dove sempre più spesso emergono casi di denunce infondate, utilizzate come armi improprie non solo per ottenere vantaggi nelle cause di separazione, soprattutto per quanto riguarda l’affidamento dei figli e l’assegnazione dell’abitazione familiare ma anche per dar vita al volano economico che circonda questi casi.

Questa situazione, oltre a rappresentare un affronto per le vere vittime di violenza, rischia di minare la credibilità delle donne che denunciano, alimentando un clima di sospetto generalizzato e aumentando i rischi di femminicidio.

Allo stesso tempo, l’ingente dispiego di risorse economiche e umane per gestire l’enorme mole di prassi e procedimenti, molti dei quali destinati ad arenarsi tra lungaggini burocratiche e mancanza di prove concrete, solleva interrogativi sulla sostenibilità del sistema e sulla sua reale efficacia nel contrastare la violenza contro le donne veramente vittime.

È urgente un cambio di rotta. Servono strumenti più efficaci per distinguere le reali situazioni di abuso dalle denunce strumentali, garantendo al contempo un sostegno concreto alle vittime e sanzionando con fermezza chi strumentalizza da qualunque parte arrivi la strumentalizzazione un tema così delicato.

Solo un’azione decisa e consapevole potrà restituire credibilità ad un sistema che fa fatica ad ottenerne e a garantire giustizia a tutti.

DATI DEI CENTRI ANTIVIOLENZA E DELL’ISTAT NEL 2022

Dato Valore
TIPOLOGIA DI VIOLENZA (CAV) Fisica, psicologica, minacce, sessuale, economica, altre
VITTIME CERTIFICATE DAI CAV (2022) 26.000
DONNE QUERELANTI (2022) 10.866
SOSTEGNI ACCESSIBILI CON CERTIFICAZIONE RDL, SGC, CGR, AUN, CPE, PAS, CRF, SPP, ATS, CSS
PERCENTUALE CONDANNE (2022) 25,75% (Art. 572 c.p., Art. 612 bis c.p., Art. 609 bis c.p.)

Legenda:

  • RDL: Reddito di Libertà
  • SGC: Sgravio Contributivo per il datore di lavoro
  • CGR: Congedo Retributivo
  • AUN: Assegno Unico al 100%
  • CPE: Tutti i congedi parentali in caso di affido esclusivo
  • PAS: Patrocinio a spese dello Stato
  • CRF: Case Rifugio
  • SPP: Supporto Psicologico
  • ATS: Altre Tipologie di Supporto
  • CSS: Servizio delle Cooperative Sociali